Se ci avessero detto solo 5 anni fa che nel 2020 saremmo tutti andati in giro con la mascherina chirurgica sul volto e che, addirittura, per alcuni mesi non saremmo entrati nei negozi, costretti a ordinare cibo e prodotti da casa, forse non ci avremmo creduto.
Eppure, questo è ciò che effettivamente è successo.
I ripetuti lockdown, con la conseguente chiusura dei negozi fisici, hanno accelerato di qualche anno un fenomeno che già era previsto: l’aumento della digitalizzazione delle attività, i.e. l’implementazione di piattaforme e-commerce, la creazione di community sui principali social network con vetrine per l’acquisto diretto, la predisposizione di una strategia DEM (direct email merketing) solo per citare alcune attività comprese in questa definizione.
Secondo un report diffuso da Salesforce e basato su uno studio globale, il 71% delle PMI sostiene di essere sopravvissuta alla pandemia grazie alla digitalizzazione, affermando (per il 66%) che con la tecnologia di dieci anni fa molte di loro non sarebbero, al contrario, sopravvissute.
La pandemia di Covid19 ha spinto il 72% delle PMI intervistate - circa 2500 in Europa, USA, Sud America e Asia - ad aumentare la propria presenza online nell’ultimo anno. Allo stesso modo, il 51% ha investito sulla customer care, indispensabile quando l’acquisto è a distanza e l’assistenza non può essere fornita di persona.
Non solo: il 72% delle PMI intervistate ha un e-commerce, l’aiuto più prezioso venuto dal web per contrastare il lockdown forzato, e il 35% di questa percentuale lo ha lanciato proprio negli ultimi 12 mesi. Il 13% di chi non ce l’ha, comunque lo avrà entro i prossimi mesi (portando la percentuale all’85%).
E in Italia?
In Italia la pandemia ha convinto il 31% delle PMI a investire nella web customer care, il 32% nel marketing e il 31% nelle IT operations.
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