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25/03/2021 | Fabio Trezzi
È di questi giorni la notizia che uno dei datacenter di OVH, uno dei più grandi fornitori di servizi cloud del continente è andato a fuoco. Era già successo qualche anno fa ad Aruba.
Già dal giorno prima era stato segnalato un problema riguardante un incendio nel datacenter ma si pensava ad una piccola fiamma che aveva costretto al blocco del sistema per precauzione.
Non era così:il danno è stato immenso come si capisce dalle immagini ma per dare qualche cifra OVH conta di reinstallare 10.000 server nel prossimo mese.
Questo ci ha portato a pensare: quanto sono al sicuro i nostri sistemi ?
Forse è utile fare un passo indietro. Negli ultimi anni il mondo è andato verso il cloud, un termine volutamente fumoso che indica la possibilità di acquistare capacità di elaborazione (e di archiviazione) come un servizio gestito da altri. Chi ha bisogno di un computer, in particolare di un server, non compra più una macchina ma affitta capacità di elaborazione da un fornitore.
Questa è stata una rivoluzione e a tutti è sembrato la risposta a tantissimi problemi.
E lo è stata.
Anche noi in Ping da 15 anni aiutiamo i nostri clienti a migrare i loro sistemi dai loro server ospitati nella loro sede al cloud.
Questo per mille motivi: dalla banda a disposizione alla flessibilità, dall’avere un team sistemistico dedicato alla manutenzione dei sistemi.
In sintesi il cloud promette ad un’azienda di togliergli ogni preoccupazione riguardante i propri sistemi informativi per permetterle di concentrarsi sul suo core business.
La promessa è stata mantenuta.
Questo fatto di cronaca però ci ricorda che anche se il cloud ha mantenuto le sue promesse non basta “essere nel cloud” per essere tranquilli al 100% e dimenticarci delle nostre infrastrutture IT. Serve pianificazione, competenza ed essere disposti ad investire anche per prevenire eventi rarissimi (ma non impossibili) come questi.
Pensate a quanti sistemi saranno andati perduti e quanti dati non potranno essere ripristinati perché anche dove i sistemisti sono stati più attenti con backup periodici nella stragrande maggioranza dei casi il backup stesso era conservato nello stesso datacenter per ragioni di comodità e di contenimento dei costi.
Esistono varie soluzioni che si possono mettere in campo per prevenire disastri (letteralmente) come questo. Che hanno diversi costi a seconda del tempo previsto per il ripristino del sistema.
Le soluzioni più complesse prevedono dei sistemi multi zone, dove l’applicativo e i dati sono eseguiti e memorizzati normalmente in datacenter fisicamente separati. Questa è ovviamente la soluzione più costosa, perché prevede di raddoppiare l’infrastruttura su due datacenter separati e aggiunge anche i costi di trasferimento dati per l’allineamento dei due sistemi ma al contempo permette al sistema di restare online anche in presenza di una catastrofe naturale. Questo tipo di architetture prima dell’arrivo dei cloud erano appannaggio dei sistemi mission critical di grandissime realtà come i sistemi bancari o medici ma ora, grazie al cloud, non sono proibitivi anche per aziende molto più piccole.
Pensate a quando vi costa attualmente la vostra infrastruttura IT, pensate (grossolanamente) di triplicare questo costo più l’aggiunta di un consulente che vi segua in questa migrazione. Ora pensate di aver perso tutti i vostri dati. Che sia il vostro eCommerce, che sia il vostro ERP o il vostro CRM. Ordini persi, produzione ferma, contatti di clienti persi, progetti e documenti persi…
Sono certo che il costo di un sistema del cloud distribuito su più datacenter non vi sembrerà per nulla eccessivo.
Anzi in molti casi, per chi si ricorda quanto spendeva per avere l’infrastruttura in casa, sarà comunque un risparmio rispetto ai vecchi budget.
Ovviamente esistono soluzioni via via più economiche e semplici fino ad arrivare alla più semplice di tutte. Un backup periodico ma con i dati backuppati su un infrastruttura differente. Potrebbe bastare anche caricarli sempre sul cloud ma di un altro provider l’importante è che non siano sempre tutti insieme.
Attenzione che quando si parla di backup si parla sia dei dati sia degli applicativi. Dovete esser in grado partendo dal backup e da un sistema vergine di ripristinare l’operatività in un tempo ragionevole.
Una volta si temeva che un ladro, entrato in azienda, potesse rubare sia il computer che i backup facendoci perdere tutto. Il cloud ha mantenuto le sue promesse di tranquillizzarci e renderci più sicuri, per avere lo stesso tipo di danno serve un evento molto più raro e catastrofico di un’effrazione ma questo non significa che il rischio sia zero e bisogna essere pronti.
In Ping* da sempre adottiamo differenti livelli di backup dei dati per qualsiasi tipologia o dimensione di progetto. Se non siete certi di avere i vostri dati al sicuro contattateci.
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